Friday, July 12, 2013

Yosemite National Park

Jul Sat 6th

Il risveglio e' fresco e l'area colazione un po' affollata per questo LaQuinta Inn di Fresno senza infamia e senza lode.

I piani per la giornata prevedono lo spostamento verso Yosemite National Park. Arriviamo nelle vicinanze in circa due ore; ma, a causa della lunga coda di auto in attesa, riusciamo a passare il gabbiotto dell'ingresso circa un'ora abbondante piu' tardi.

La strada per la localita' di Mariposa Grove, area in cui sono cresciute le millenarie sequoie, e' chiusa e il parcheggio interno ormai al completo.
I rangers ci suggeriscono di scendere verso valle per circa 15 minuti fino al Visitors Information Center. Parcheggiata l'auto saliamo, quindi, sullo shuttle gratuito che in 25' ci porta all'inizio del Mariposa Grove. Da li' partono i sentieri, da fare a piedi o con una specie di trenino, che raggiungono i punti principali del parco dove sono osservabili le Redwoods.
Lo spettacolo e' impressionante, soprattutto per i bambini che, alla vista della prima sequoia abbattuta con le radici esposte in tutte le loro maestose ramificazioni, spalancano la bocca stupiti con palesi difficolta' a dare una spiegazione alla cosa... troppo grande per la loro comprensione.
Con pazienza e rispondendo alle loro mille domande, cerchiamo di stimolargliene altrettante, riuscendoci.

Si passa dai chiarimenti sugli anelli progressivi e concentrici, che dichiarano approssimativamente l'eta' delle sequoie, ad articolazioni piu' complesse riguardo colorazione dei vari strati e loro composizione. Spieghiamo loro anche un paio di curiosita' riguardo gestione e manutenzione del parco a fronte di importanti eventi naturali.
Il fuoco serve per far si che le pigne cadute dagli alberi possano aprirsi e lasciar cadere al suolo i semi delle future sequoie. Piu' in generale, i Rangers cercano di non intervenire e interferire con i cicli naturali delle cose legate alla vita della foresta e dei suoi abitanti; la linea di comportamento di fondo tende infatti a preservare la naturale evoluzione delle cose esattamente come farebbe in totale autonomia Madre Natura. Quindi, niente tagliafuochi ne' esagerato contenimento degli incendi a menoo che persone o infrastrutture del parco siano in pericolo.

Il sentiero si snoda tortuoso e scegliamo di percorrerne un iniziale tratto di circa un miglio, con successivo ritorno, a causa della tarda ora e delle numerose altre attrazioni del Parco ancora da esplorare.
Riusciamo a vedere "The Fallen Monarch", "The Bachelor", "The Three Graces" (Grazia, Graziella e Grazie al C...), "The Grizzly Giant", "The California Tunnel tree" e "The Faithful Couple".
Inutile ricordare le continue raccomandazioni di guide e inservienti a bere e mantenersi idratati per combattere l'altitudine, il caldo e la percentuale estremamente bassa di umidita' del luogo.

Rientriamo al parcheggio con la navetta e ci rimettiamo in viaggio in direzione nord per raggiungere in brevissimo tempo l'altra famosa vallata da cui e' possibile vedere importanti attrazioni quali: L'immenso Half Dome, La Cascata e El Capitain.
Una cosa su tutte da ricordare, non soltanto con i nostri occhi (o le nostre Iridi a Stelle e Strisce), ma anche con il nostro naso e con i nostri polmoni: il permeante profumo di conifere, di cortecce, di resina che cambia percettibilmente nelle zone in ombra o al sole, piu' umide o piu' aride, piu' ricche o piu' spoglie di bassa vegetazione. Anche la leggera venatura di affumicato sembra rendere questo posto ancora piu' suggestivo. Ci ricorda un insieme di Alpi e di  Maremma, ma anche di Umbria e di Barbagia.

La folla e le auto si diradano quando riprendiamo la nostra macchina e continuamo la semicircumnavigazione della parte settentrionale del Parco. Ancora un volta oscilliamo, avvolti dall'ebbrezza per panorama e altitudine, tra i 2500 e i 3000 metri, con montagne ancora a perdita d'occhio e piu' alte di noi e qualche ghiacciaio o nevaio perenne schiacciato e abbarbicato alle sommita' piu' alte. La parte terminale dell'anello lascia poi anche spazio a innumerevoli laghetti di dimensioni anche importanti con acqua cristallina blu increspata dal vento teso.
Si ridiscende verso i 2000 attraversando Lee Vining sulla 395 al cospetto dell'enorme Mono Lake.
Poco prima di Bridgeport ci attende la nostra sistemazione per la notte. Virginia Creek Settlement e' il nome di questo posto, risistemato con tema domimante il West (un po' pretenzioso e inopportuno), ma che ci stupisce per una deliziosa cena (con radici italiane) all'aperto su un balconcino che sovrastava vasche traboccanti di trote.
Ci si infila sotto le coperte nel lodge arredato in modo un po' kitsch ma sempre in tema con l'originalita' del luogo e si spegne la giornata con qualche lieve difficolta' a prendere sonno a causa dell'altitudine.
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1 comment:

  1. believe it or not, non ci siamo mai andati... e pensare che saremo a poco più di un paio d'ore... Fa piacere leggere i vostri racconti, sembra quasi di essere lì.
    Baci!!

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