Friday, January 9, 2015

Racconti di viaggio - Parte terza

3^ parte - Riflessioni conclusive
E' sempre difficile il rientro. Un po' perché effettivamente 2 settimane sono poche per conciliare parenti, amici e giretti vari per mezza Italia. Un po' perché si torna col cuore spezzato ogni volta. Per quanto dopo un po', almeno per quanto mi riguarda, ci sia voglia di tornare a casa propria, dormire nel proprio letto, riprendere la propria routine e cucinare i propri pasti.
Questo è il patto col diavolo che si fa quando si decide di avventurarsi in una vita all'estero: vai a vivere all'estero, cogli al volo un'opportunità imperdibile, ma gli amici e i famigliari li lasci lì, dove li hai sempre visti e dove li ritroverai un anno dopo.
E poi ti rendi conto che in fondo forse questo è anche il bello: per i nostri amici vedersi in pizzeria una sera non ha niente di speciale; per noi invece è un momento prezioso che ci godiamo in ogni sfacettatura.
E le cene in famiglia, tutti insieme, in allegria, diventano piccole sorsate di ossigeno. Saranno quelle che mi scalderanno il cuore in questo freddo inverno.

Ed eccoci qui, tornati al nostro nido, alla nostra routine e al gelido inverno del Wisconsin.
Una chiacchierata coi miei figli mi fa scoprire che, anche ai loro occhi, noi 4 fratelli siamo totalmente diversi ed è impensabile che potessimo vivere tutti insieme.
E alla domanda "quale momento vi siete portati dietro?" loro hanno risposto i momenti con i loro amici.

Certo tornare in Italia è ogni anno più doloroso. La gente è sempre più incazzata e nervosa. Sono dovuta andare all'anagrafe e la gente insultava gli impiegati per 5 minuti di attesa. Nei negozi sembra sempre che siano i commessi a fare un favore a te.
Ricordo che quando ero ragazza, il sabato prima di Natale per le strade non ci si muoveva: le vie pedonali erano un concentrato di gente, di musiche natalizie, di trenini per i bambini, negozi pieni di luci intermittenti. Sono stata per quelle stesse strade il sabato prima di Natale quest'anno e non c'era nessuno. Negozi vuoti. Un solo negozio ho visto pieno, escludendo i bar. Pochissime luci. E niente musica. Una vetrina aveva messo una decorazione in vetrina augurando BUONE FESTE, peccato che la decorazione fosse primaverile più che natalizia.
I supermercati non erano particolarmente pieni. E nemmeno il mercato cittadino.
Ma pazienza. Noi ci torniamo per rivedere le nostre famiglie e per fare il pieno di pancia e valigie!

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